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Morte Maradona: la perizia inchioda i due specialisti dell’équipe medica del Pibe de Oro. Ora rischiano l’imputazione per omicidio colposo

Morte Maradona – La perizia inchioda i due medici del Pibe de Oro: ora rischiano l’imputazione per omicidio colposo

Morte Maradona – La perizia inchioda i due medici del Pibe de Oro: ora rischiano l’imputazione per omicidio colposo

La relazione finale della commissione nominata dalla magistratura per indagare sulla morte di Diego Armando Maradona punta il dito su Luque e Cosachov, i due specialisti che guidavano l’équipe medica del fuoriclasse argentino. Entrambi i medici rischiano l’imputazione per omicidio colposo.

Il contenuto della perizia

La perizia medica parte dalla conferma delle cause che hanno portato al decesso del Pibe de Oro: arresto cardio respiratorio generato da una grave insufficienza cardiaca, un edema polmonare e un’acuta cirrosi. Tutte patologie che sarebbero state ignorate da chi aveva in cura Maradona. Non solo, la relazione parla testualmente di “una situazione totalmente fuori controllo” nell’abitazione di Tigre dove Diego stava svolgendo il ricovero domiciliare. Oltre a sottolineare la totale mancanza della strumentazione minima richiesta e l’inadeguatezza della sistemazione predisposta”, il rapporto denuncia “l’assenza di assistenza medica negli ultimi giorni di vita”. Decisive anche le testimonianze raccolte nei numerosi interrogatori al personale sanitario e alle guardie del corpo di Diego. Da tali prove è emersa una totale noncuranza di Luque e Cosachov anche davanti a inequivocabili segnali di allerta.

Altri indagati

Nel corso delle indagini sono emersi nuovi indagati. I due indiziati sarebbero responsabili delle carenze strumentali, mediche e di personale durante la riabilitazione del Pibe de oro. Si tratta di Nancy Forlini e di Mariano Perroni. Il primo è un dirigente della compagnia assicurativa che si occupava della copertura delle spese mediche e cliniche del campione. Il secondo, un impiegato della Medidom, società di impiego interinale che gestiva il personale all’interno dell’abitazione del Pibe de oro. Entrambi iscritti nel registro degli indagati.

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