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Mancini: Kim Min-jae? “Il primo nome che mi viene in mente è quello di Giorgio Scalvini….

Il mercato del Napoli
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Riccardo Mancini, giornalista Dazn
Il presidente Stirpe ha detto che affrontare il Napoli sarà un bel banco di prova: quanto è giusto valutare il calendario ancor prima dell’inizio del campionato?
“Direi zero, anzi, sotto zero. Le squadre intanto non ancora sono fatte, ci sono una serie di valutazioni da afre. Vediamo che Napoli sarà, c’è ancora un mese e mezzo per preparare fisico, muscoli e testa per la squadra azzurra. Il Frosinone è stato protagonista del campionato di B, ma la Serie A è un’altra cosa. Per i frusinati sarà, dunque, un bel banco di prova affrontare i campioni d’Italia”
Come cambierà il Napoli con l’arrivo di Rudi Garcia?
“Qualcosina cambierà, anche se non tantissimo. Garcia è molto intelligente. Spalletti ha tracciato una strada che il tecnico francese voglia proseguire, un sistema che pone il Napoli come squadra da temere ai nastri di partenza. L’impostazione potrebbe passare da un 4-3-3 a un 4-2-3-1. Inoltre, potrebbe esserci maggiore alternanza con Rudi. Sono due allenatori che presentano similitudini, ma anche leggere differenze”
Dall’Arabia e dalla Premier giungono tante risorse che attirano anche i talenti italiani: si parla tanto di progetto e di futuro, ma non crede che rischino di essere soltanto slogan privi di credibilità?
“Il calcio italiano, da un po’ di anni a questa parte, credo stia attraversando una fase di transizione. A cavallo del nuovo secolo si parlava del miglior campionato d’Europa, oggi qualcosa è cambiato, e con esso gli equilibri economici. Il campionato italiano resta di ottimo livello e, seppur dietro alla Premier, ha davvero poco da invidiare agli altri tornei. L’Arabia Saudita, invece, è un discorso a parte. Ciò che manca, dunque, sono le risorse di cui godono i club inglesi. La qualità è un fattore su cui si può lavorare attraverso la progettazione e lo scouting di nuovi talenti da valorizzare. Kvaratskhelia costituisce l’esempio, in tal senso, da seguire e portare avanti. Quando mancano le risorse economiche è su altro che si deve lavorare”
Qual è il profilo ideale a sostituire Kim Min-jae?
“Il primo nome che mi viene in mente è quello di Giorgio Scalvini. L’unico dubbio che nutro è l’adattamento eventuale ad un sistema a quattro. Essendo molto giovane, e grezzo – a livello di crescita, è forse il nome che stuzzica di più. È un giovane prospetto su cui si può lavorare, e se dovesse arrivare sarebbe un ottimo sostituto di Kim. Sugli altri nomi circolati, invece, andrebbero fatte diverse valutazioni. Ho commentato più volte Le Normand e mi interrogo sulla sua prontezza ad un campionato come quello italiano”
Quanto perde il Napoli con l’addio di Kim?
“Perde tantissimo, anche se è lo stesso discorso che venne fatto lo scorso anno con Koulibaly. La scorsa estate fu bravo Giuntoli a scovare Kim, il cui impatto non fu pronosticato, in termini qualitativi e di leadership, da nessuno. Oggi, fare un altro colpo di questo tipo richiede un po’ di visione ma anche di fortuna”
Perché la Serie A è diventata così poco appetibile per i broadcaster?
“Non credo sia diventata poco appetibile, tutt’altro. Chiaramente, un confronto con la Premier sarebbe perdente. In Inghilterra vi è un’altra struttura, ed una cultura completamente diversa. Fare paragoni, però, sarebbe sbagliato, soprattutto con campionati – come la Ligue 1 – davvero lontani per storicità e qualità da quello italiano. Tuttavia, ritengo che il difetto della nostra cultura sia proprio quello di sottovalutare quel che abbiamo in casa. È difficile crescere con un clima negativo. Sarebbe fondamentale, infatti, crederci un po’ di più. Lavorare con piena fiducia nel proprio potenziale, e con la valorizzazione di tutte le componenti, talenti e giovani compresi. Una giostra che deve girare dalla stessa parte, altrimenti il meccanismo si inceppa…”