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Mazzocchi: parlo sempre napoletano

Mazzocchi: parlo sempre napoletano

Pasquale Mazzocchi, ha risposto alle domande di Daniele “Decibel” Bellini in un’intervista al canale ufficiale YouTube del club azzurro nel corso del format “Let the music play. Di seguito le sue risposte alle domande dello speaker del Napoli.

“Essere a Napoli è un sogno che si è avverato e cerco di godermelo ogni giorno. Ora è passato quasi un mese, ma i primi giorni guardavo continuamente la maglia perché non ci credevo. Ogni volta che venivo al centro sportivo non mi sembrava vero. Adesso piano piano mi sto ambientando e mi sto abituando. Musica? E’ partito tutto da mio papà. Lui faceva il cantante napoletano, faceva i matrimoni. Lui ci ha trasmesso la passione per la musica, soprattutto a me e mio fratello. In famiglia ci piaceva cantare. Quando nasci e cresci nei vicoli di Napoli, la musica napoletana ti viene tramandata e cresci con questa musica qui”. 

Sulla musica neomelodica nella Nazionale italiana: “Non so perché quando canto io, tutti stanno zitti. E’ un genere che mi piace, ma non mi piace chiamarla “neomelodica”, preferisco parlare di musica napoletana. Ho preferito fare un pezzo di San Da Vinci, in quel momento non sai cosa cantare ma la cantavo spesso in quel periodo. Donnarumma e Immobile sapevano che ero intonato, chiedevano sempre di farmi cantare”.

Sull’arrivo al Napoli: “La prima persona a cui l’ho detto sono stati mia moglie e i miei genitori. Mio papà è un tifoso napoletano sfegatato, quasi piangeva, mia mamma è scoppiata a piangere alla firma”.

Sulla prima figlia in arrivo: “Sto cercando di abituarmi. Ho 11 nipoti, quindi ho un po’ di dimestichezza, ma la prima figlia ti mette sempre un po’ paura. Sto cercando di abituarmi e trasformarmi in un papà scherzoso ma serio. Le farò ascoltare la musica napoletana”.

Sulla canzone che ti ha dato forza nei momenti bui: “Non ho una canzone in particolare, sono una persona molto riflessiva anche in ciò che ascolta. In base al periodo scelgo cosa ascoltare. Se sono giù di morale, ascolto musica per tirarmi su. Anche nel pullman prima di andare allo stadio, cerco di ascoltare musica che mi faccia pensare alle difficoltà che ho vissuto, perché mi dà la forza per affrontare i momenti belli come quelli del calcio. Una canzone in particolare è ‘E vinciut tu’ di Nino D’Angelo. Concerti? Non sono mai stato ad un concerto, mi piacerebbe vedere Nino D’Angelo”.

Sul dialetto negli spogliatoi: “Parlo sempre napoletano, anche con Lindstrom, ti dico la verità. Gesticoliamo insieme. Mastico un pochino di inglese, ma le cose basilari”.

Sulla musica nello spogliatoio: “Ancora non la metto, ma tra un po’ mi sentiranno anche cantare parecchio”.

Su Sanremo 2024: “Ho amici in comune con Geolier, ma non ho mai avuto il piacere di conoscerlo. In questo periodo ho sentito tante critiche nei suoi confronti, ma ogni napoletano, che sia un padre o una madre, bisogna che si pongano una domanda: se avessi Geolier come figlio, ne sarei orgoglioso? Se tutti si facessero questa domanda, ci sarebbero zero critiche. Deve andare sempre avanti con le sue canzoni, perché è davvero forte, scrive dei pezzi assurdi e spero che vinca”.

Su una canzone da ascoltare allo stadio Maradona: “‘Live is Life’ ti fa drizzare i peli”.

Se non avessi fatto il calciatore? “Mi sarei buttato nel mondo della musica. Mi piace anche disegnare, sono bravo, avrei fatto quello. Il mio sogno era fare la scuola artistica. Facciamo una scommessa: se vinciamo contro il Milan, canto per voi”.