L’altra campana: intervista a Marco Zamboni
Intervista a Marco Zamboni per la rubrica “l’altra campana”
Dopo Marco Antonio de Marchi (al LINK l’intervista completa) la redazione di CasaNapoli.net ha intervistato, per la rubrica l’altra campana, Marco Zamboni. Di seguito le parole dell’ex calciatore di Lecce e Napoli.
Sei stato uno dei protagonisti della risalita in Serie A del Lecce nella stagione 1998-1999, segnando anche un goal all’ultima giornata. Quali sono i ricordi le emozioni che hai provato durante quel campionato?
“L’ultima giornata vincemmo 2-1 a Verona e segnai un goal al Chievo. Ma la cosa più importante è che credo di aver dato una mano alla squadra per la risalita in Serie A. Calcisticamente parlando è stato un anno molto importante per me e sono molto contento di averlo vissuto. Dopo sono andato all’Udinese e sono arrivato al Napoli dopo le parentesi a Modena e Verona”.
Il Lecce, con una nuova società, ha ottenuto una doppia promozione dalla C alla A in due stagioni. Cosa ne pensi della gestione di Saverio Sticchi Damiani? Può essere la squadra giallorossa la rivelazione tra le neopromosse?
“Personalmente non conosco direttamente il nuovo Presidente. A Lecce ero nella società della famiglia Semeraro, formata da persone serie e da uomini veri. Per fare un doppio salto credo ci sia bisogno comunque di una società seria fatta di uomini veri, e la nuova proprietà lo sta dimostrando. Lecce rivelazione? Le neopromosse sono sempre un’incognita. In una squadra ci sono sempre varie componenti ed in quelle che arrivano in Serie A questa cosa si amplifica”.
Marco Zamboni
Parlando di Napoli, la tua esperienza in azzurro è datata 2003-2004. Forse il momento peggiore dal punto di vista societario perché ha preceduto il fallimento. Come hai vissuto quell’anno?
“A livello professionale per me è stato un anno molto buono, anche se per la società e la città non è stato così. Come calciatore Napoli per me fa parte delle più importanti esperienze mai fatte. Calcisticamente mi sono rilanciato come giocatore e ho vissuto emozioni pazzesche. Dopo anni potrei dire che, avendo due anni di contratto ancora e ripartendo dalla C, forse con De Laurentiis avrei fatto anche qualche altra buona cosa. Giocatori come Montervino e Montesanto, che erano con me in squadra, sono rimasti. Poi le situazioni sono tante e ti portano a fare altre scelte professionali”.
Che Napoli vedi invece oggi? Può lottare per vincere il campionato e che percorso può fare in Europa?
“E’ ormai un dato di fatto che il Napoli adesso è strutturato per essere una squadra importante. Ha un mister di tutto il rispetto ed anche la società lo è. Ha tutte le carte in regola per fare le cose fatte bene. Ho visto la partita contro la Juventus e mi dispiace per l’autogoal di Koulibaly, uno dei difensori più forti del campionato. Mi dispiace perché sono cose che capitano a chi gioca a calcio. E’ ovvio che ha compromesso un risultato ma il suo valore non si discute”.
L’altra campana: chi è Marco oggi e quale rapporto ha con il calcio?
“Oggi gioco ancora in Eccellenza nell’A.C. Garda. Arrivato a 41 anni lo faccio prevalentemente per tenermi allenato e perché mi piace vivere ancora lo spogliatoio. Poi sto ancora bene e posso giocare a certi livelli contro giocatori di 18-19 anni. Il pallone è diventato un hobby. Da sei anni porto avanti un’attività di network marketing, iniziata da zero e per gioco. Man mano sono andato avanti ed ora mi trovo ai vertici della mia azienda”.
Nato e cresciuto nella periferia est di Napoli, da sempre tifoso ed appassionato
Vive in Trentino, dove si è formato e lavora come Infermiere