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Gds- Emergenza Coronavirus, le nuove regole per i giocatori: niente cibo negli spogliatoi e selfie vietati

Emergenza Coronavirus: il professor Maurizio Casasco, esplica il vademecum da seguire per evitare la diffusione del problema che sta piegando l’Italia

Emergenza Coronavirus: il professor Maurizio Casasco, esplica il vademecum da seguire per evitare la diffusione del problema che sta piegando l’Italia.

 

 

 

 

Come riporta l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”,Ā si ritorna al calcio giocato, ma per i giocatori cambiano le regole. Le “celebrities” come Lukaku o CR7 non potranno piĆ¹ fermarsi per foto e autografi. Ma senza offesa: ĆØ il decreto del governo che lo impone. I calciatori non potranno neanche essere intervistati. Il coronavirus non aspetta un calciatore per foto e autografi. E non fa distinzioni: un calciatore come un impiegato. Nessuna differenza.

 

 

 

 

Il governo, di concerto con la Federazione, ha emanato un decreto: 18 punti. 18 regole da rispettare, per tutti. Senza distinzioni. Il professore Maurizio Casasco ha aggiunto altre regole specifiche per i calciatori professionisti e per le persone a stretto contatto con questi. Il professore ĆØ presidente della Federazione Medico-Sportiva italiana ed ĆØ consigliere indipendente in Lega.

 

 

 

 

Tra le regole esclusive per i calciatori: lasciare lo stadio con il pullman della squadra o con auto privata evitando il contatto coi tifosi; utilizzare un solo microfono, da disinfettare ogni volta, per le interviste, evitare le premiazioni o altre forme di contatto col pubblico.

 

 

 

 

Queste regole, almeno i primi 18 punti, sono noti da almeno 20 giorni. CosƬ spiega il professor Casasco che prosegue, spiegando che queste regole non valgono soltanto per i calciatori professionisti, ma per tutti gli sportivi. Il consigliere indipendente di Lega lancia un appello a tutti gli allenatori, in particolare di quelli che allenano i piĆ¹ giovani per sensibilizzare tutti: in particolar modo i ragazzi ed i giovani. Inutile dire che le societĆ  di serie A hanno immediatamente recepito ed attuato queste raccomandazioni. L’obiettivo ĆØ quello di salvare il campionato. Ma anche quello di evitare che calciatori e semplici conoscenti possano subire il tanto temuto contagio. L’emergenza che sta piegando l’Italia, sta anche cambiando le abitudini.

 

 

 

 

Sia degli italiani che dei calciatori (che giocano nel nostro campionato). I magazzinieri che portano pasticcini e pizze negli spogliatoi non potranno piĆ¹ farlo. Uno stop categorico. Ma le regole sono molto piĆ¹ stringenti: anche durante gli allenamenti i calciatori non potranno usare la stessa borraccia. Ognuno dovrĆ  avere la propria. Personalizzata. Ai calciatori ĆØ stato chiesto di limitare le uscite nei luoghi pubblici. Sarebbe, ovviamente, un problema se si trovasse un calciatore contagiato, ma il professor Casasco preferisce non mettere il carro davanti ai buoi. Anzi. Nei prossimi giorni, a partire da venerdƬ, ci saranno altri meeting, con altri medici europei, per coordinare, a livello internazionale, l’attivitĆ  di prevenzione.

Per tornare ai calciatori, questi, dovranno riporre oggetti ed indumenti personali nelle borse, all’interno dello spogliatoio e seguire alcune regole, igieniche, di base. Dovranno, ad esempio, utilizzare fazzoletti monouso e poi buttarli; dovranno lavare frequentemente le mani. Inoltre non dovranno, come fanno tutti, toccarsi i punti sensibili: occhi, naso e bocca. Oltre, ovviamente, a doversi coprire naso e bocca in caso di starnuti e tosse. I centri sportivi, giĆ  si sono attrezzati: sono pieni di Amuchina e altri disinfettanti. Come ultima raccomandazione, quella che sembra quasi di prassi ĆØ quella di fare il vaccino antinfluenzale.

L’Italia ha iniziato seriamente a reagire per questa situazione provocata dalla diffusione di questo virus. Viene chiesta la medesima attenzione a tutti: dai semplici cittadini ai calciatori di serie A. Infatti, conclude il professore Casasco, il vademecum vale sempre e per tutti. Sarebbe buona norma bere dalla propria borraccia personalizzata anche quando questa situazione di emergenza sarĆ  conclusa. Magari si eviterĆ  di aprire il rubinetto con il fazzoletto, ma tutto lo sport non potrĆ  abbassare la guardia. Anche perchĆ© i numeri, almeno in questo momento, non permettono di sorridere: il rapporto tra malato e contagiato ĆØ di 1 ogni 2,6. Ma il calcio ha il grande vantaggio di giocarsi all’aria aperta. Aspettando il sole ed il caldo che dovrebbe aiutare a sconfiggere il virus.

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