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Gli stadi della Serie B potrebbero ospitare le gare di A

Sarebbe già stato stipulato un accordo con tre stadi della Serie B per i match del massimo campionato

Si continua a ragionare sull’eventuale ripartenza della Serie A. Per il momento però regna ancora l’incertezza. Intanto il tempo stringe, visto che l’UEFA per il 25 maggio attende decisioni definitive dai vari Paesi. E per cercare di favorire la ripresa del torneo, alcune gare si potrebbero giocare negli stadi della Serie B.

Il recente confronto tra Comitato tecnico-scientifico del Governo e FIGC non ha portato all’attesa fumata bianca. Ci sono, infatti, ancora alcuni nodi da sciogliere. Da questi probabilmente dipenderà il futuro della stagione 2019/2020.

Innanzitutto è stata ribadita l’importanza delle sanificazioni. Il nostro calcio dovrà assicurare una completa e costante disinfezione degli ambienti in cui si muovono gli addetti ai lavori, ma anche degli autobus, degli spogliatoi e degli spazi comuni.

Il secondo punto riguarda i tamponi. Maurizio Casasco della Federazione Medici Sportivi avrebbe chiesto un test ogni quattro giorni per tutti i calciatori. Il CTS però avrebbe manifestato qualche perplessità perché servirebbe un numero troppo alto di tamponi per ottemperare a questa richiesta.

Infine, non si è trovata una soluzione sulla procedura da seguire qualora si dovesse riscontrare una positività in allenamento o al termine di una partita.

Le istituzioni italiane hanno bocciato il modello adottato dalla Germania. Questo prevede che solo l’eventuale contagiato venga posto in isolamento. I nostri esperti, però, ritengono che questo procedimento sia troppo rischioso.

Il contronto CTS-FIGC si è risolto con un nulla di fatto

Il quotidiano La Repubblica sostiene che nel CTS ci siano dei componenti contrari ad una ripresa della Serie A 2019/2020.

Nelle battute conclusive dell’incontro, il presidente della FIGC Gravina avrebbe fatto una domanda precisa. Ovvero cosa dovrebbe fare il mondo del calcio per ottenere il via libera al ritorno in campo.

Gli scienziati non avrebbero però lasciato molti margini di manovra. L’obiettivo primario sarebbe quello di stilare una relazione finale sul protocollo. Questo verrebbe poi girato al Ministro della Salute Speranza per tutte le valutazioni del caso.

Dunque, se verrà confermata questa linea, sarà il Governo, il mondo politico a decidere le sorti della Serie A 2019/2020.

La Serie A guarda alla B per poter riaprire i battenti

Ma c’è un’altra questione di non poco conto che potrebbe emergere da un momento all’altro. Siccome i contagi sono ancora piuttosto alti in alcune regioni, qualche Governatore potrebbe bloccare l’ingresso a coloro che provengono dalla Lombardia o dal Piemonte.

Questo provvedimento, naturalmente, non escluderebbe i calciatori delle squadre che si sposterebbero da quelle aree per giocare in trasferta. Dunque, non ci sarebbe alcuna possibilità di disputare regolarmente tutti i match.

Per questo motivo, la Lega Serie A ha preparato un piano alternativo: utilizzare alcuni stadi della Serie B. Sembra che già siano stati stretti alcuni accordi.

Gli impianti più adatti ad ospitare match del massimo campionato sono quelli che garantiscono Goal Line, Var, impianto luci adeguato e telecamere. Per il momento è stata raggiunta un’intesa di massima per giocare a Empoli, Frosinone e Benevento. E si tratterebbe di incontri su campo neutro.

Questa soluzione però fa pensare che – com’è già accaduto per la Serie C – anche la cadetteria possa decidere di sospendere la stagione attuale in via definitiva. In tal caso, infatti, sarebbe più agevole poter ricorrere agli stadi della Serie B per le sfide del torneo nazionale principale.

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