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Lasciamo stare Padre Pio, è solo questione di modulo (forse)

Coppa Italia, Napoli dai due volti: quando diventa questione di modulo.

Lasciamo stare Padre Pio, è solo questione di modulo (forse).

Il Napoli vince in Coppa contro lo Spezia, imbottito di otto riserve su undici, regalandosi un’avvincente doppia semifinale contro l’Atalanta.

4-2 il punteggio finale che però non deve far pensare ad una vittoria in scioltezza, tutt’altro.

Se nel primo tempo il Napoli al 40esimo minuto è già avanti di quattro reti, è nel secondo tempo che la musica cambia. Colonna sonora da film di Dario Argento però.

Caro Gattuso, è il modulo che fa la differenza.

Se Ringhio vuol sopravvivere, il ritorno ad un più razionale 4-3-3 è d’obbligo. Non serve affatto Padre Pio (citando lo stesso allenatore in conferenza post gara).

Sì, avete capito bene, il ritorno al vecchio 4-3-3 sembra poter essere l’antidoto alle fragilità del Napoli che, nonostante la vittoria, resta malato.

Ad inizio gara, gli azzurri, a furor di popolo, sono ritornati tatticamente all’ “antico”: Spezia preso alle spalle, copertura totale del campo e odor di goleada.

Nel secondo tempo via ai cambi cervellotici: prima Mertens e poi Osimhen (entrambi a corto di fiato e ritmo partita) e lo Spezia fa tremare lo stadio “Maradona”.

Due reti in pochi minuti in coincidenza (guarda un po’!) con il ritorno al 4-2-3-1: gli aquilotti hanno preso campo e fiducia obbligando un nervoso e impaurito Napoli a difendersi in affanno.

Ultimi 5 minuti e il trainer azzurro torna con il centrocampo a tre. Unica nota positiva, il passaggio del turno, punto.

Quarto di finale di Coppa che deve far riflettere: lo staff tecnico partenopeo deve farsi un esame (profondo) di coscienza.

Speriamo, quindi, che il secondo tempo di ieri sera illumini il tecnico calabrese su quale sentiero tattico perseguire.

Perché, caro Rino, non è l’interpretazione del modulo da parte dei calciatori ma è il modulo che regala certezze a questi ultimi (semi cit.)

Giudizio sospeso quindi, aspettiamo i prossimi impegni. Il tempo è tiranno, tra poco ci saranno Juventus e Atalanta e gli azzurri dovranno arrivare “bene” a questi appuntamenti passando per le gare con il Parma (affamato di punti) e il rinato Genoa di Ballardini.

Non ci interessano i gossip sul rapporto tra mister e presidente o le sfuriate dello stesso tecnico a fine gara davanti ai microfoni o i personalissimi record (quarta semifinale consecutiva in quattro anni).

Gennaro Gattuso - RAI

Nessuno ha mai messo in dubbio la sua dedizione al lavoro e il suo impegno per la causa. I tifosi sono con lui e la squadra. Reputiamo Gattuso uomo intelligente e confidiamo possa stupire tutti abbandonando definitivamente le “4 punte”, tornando al modulo di “sarriana memoria”.

Infondo, un vecchio adagio popolare napoletano recita così:  “Nun lassà ‘a via vecchia p’a via nova, ca saje chello ca lasse e nun saje chello ca truove”… chiaro no?

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