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Napoli Salernitana, la conferenza stampa di Spalletti: “Sarà una partita dura, ma ce n’è un’altra di cui aspettiamo il risultato”.

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Napoli Salernitana, la conferenza stampa di Spalletti: “Sarà una partita dura, ma ce n’è un’altra di cui aspettiamo il risultato”.

“Poi racconteremo la storia ai nostri nipoti”.

Luciano Spalletti ha tenuto la sua conferenza stampa oggi alle 15,00 presso il Konami Training Center di Castelvolturno e ha rivolto le sue parole e le sue sensazioni ai media presenti. Queste quanto ha detto di più significativo:

“Siamo pronti a giocare la nostra partita, come sempre. Si tratta di una sfida estrema, sappiamo cosa fare in campo.

Lo spostamento della gara mi sembra giusto, anche per fare felici i tifosi che ci seguono dappertutto, con grande interesse e sacrificio. Anche noi abbiamo dovuto mutare il lavoro di questa settimana dato il rinvio a domenica.

La Salernitana è forte, sono 8 gare che non perdono, Paulo Sousa è un profondo conoscitore del calcio. 

La nostra soluzione di gioco è sempre la stessa: il gioco collettivo e di squadra. La nostra squadra è più forte tutta insieme rispetto all’addizione di 11 nomi”.

Napoli Salernitana

Domani anche Inter Lazio

“Vi ricordo però che domani ci sarà un’altra partita che si giocherà e a perdere non ci sta nessuno, figuriamoci la Lazio. Io so benissimo che abbiamo una partita importante, ma che non possa essere determinante lo so altrettanto benissimo e si sta belli tranquilli come sempre”.

Noi abbiamo costruito un percorso in maniera corretta. Pensiamo ai tifosi, alla soddisfazione di vedere giocare un gruppo di calciatori seri, che ce la mette tutta, sono stati importanti per noi in questo percorso per arrivare a questo finale di campionato così emozionante.

Quello che dicono gli altri, soprattutto i miei colleghi non mi interessa.

Contro la Juventus la mia squadra è stata concentrata per 90 minuti e sapevamo cosa fare con Di Maria e Chiesa in campo. I giocatori della Juventus li abbiamo cercati per tutto il campo e non ci sono sfuggiti.

L’abbiamo fatto bene, s’è vinto una gara importantissima ed è accaduto tante volte, questi ragazzi hanno numeri che sono difficili da portare a casa”.

Mancano ancora pochi punti

“Mancano ancora dei punti, non si è fatto ancora. Ricordo quando ne parlai in famiglia, condivido con due figlioli ormai grandi, e tutti e due, come se fossero stati in curva ad un gol di Maradona, mi hanno detto a Napoli non si può non andare, ma poi si deve vincere perché ci sono stati allenatori e calciatori fortissimi che hanno fatto un calcio magnifico che mi ha sempre entusiasmato. C’è una sola possibilità per uscirne gioiosi, vedo anche dalle dichiarazioni che si esce scontenti se non si vince… Ora dobbiamo fare i punti che mancano e si ragionerà d’altro, se si avvererà, vedremo”.

“Se vuoi bene qualcosa o qualcuno, l’unica cosa da dedicargli è il tempo, quello testimonia quanto gli vuoi bene e io gliel’ho dedicato tutto. Con la squadra abbiamo fatto il massimo, abbiamo dedicato il massimo del tempo fin da quando sono partito. Non sono neanche convinto del mio lavoro se non gli dedico tutto il tempo, è una mia necessità in quelle 2 ore per fare altro vedere invece ancora delle immagini. Dipende dalla disponibilità che ti crei per la tua professione”.

“Mi emoziono facilmente, ho paura se ripenso da dove sono partito. L’emozione ce l’avevo già sul bordo strada dove sono passato, domani di più, ma si va a cercare queste cose qui, sono quelle che fanno la differenza. C’è tutto, ma sappiamo che se non si vuole vivere o rischiare in queste situazioni allora non si deve fare calcio, ma noi vogliamo e si va dentro con tutte le qualità che abbiamo”.

“Lo scudetto dopo l’egemonia della Juventus e delle milanesi, dal 2001 che non arriva in un’altra città, è un valore in più per questo campionato fatto dai ragazzi.

Ma vediamo se siamo bravi anche nello strappo finale”.

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E poi la città di Napoli

“E’ una citta energica, a volte folle, da fuori la vedono teatrale e poco vera, ma molto filmata di cose non essenziali, non vere, non reali, ma per me è l’opposto nel senso che sono proprio quelle cose lì quelle reali che i napoletani vivono in maniera profonda. Queste qualità di saper mandare dei messaggi spettacolari, facendo spettacolo, ma di questo se ne parlerà tra un po’…”.

“Non vivo la solitudine dell’allenatore perchè non sono mai solo, Ciro mi porta in giro, ho i calciatori.

In qualche squadra forte ci sono stato, non so se fino a questo punto, ma ho avuto un bel trascorso e qualche volta mi è stato ricordato che da tanti anni che alleno non ho mai vinto ma se questa attesa e questa difficoltà che ho trovato altrove, il non compiuto, sono valse ad arrivare a vivere questo col Napoli allora sono contento che sia stato così. E’ una roba che bisogna aspettare qualche partita ancora dai…”.

Il messaggio di Spalletti

“Sento a questo pnto di fare un appello: “Se dovessimo vincere e la partita determinerebbe… bisogna vincere anche dopo la gara nei comportamenti, nel divertirsi, dobbiamo tutti sapere che questo sport è dei bambini, dei figli, e tutti domani, anche io, avremo i figli in giro per la città. Se qualcuno fa qualcosa che mette a rischio la partecipazione di un’altra persona o dei bambini, fa una cosa che non si può fare assolutamente e quindi si deve essere intelligenti e usare il buon senso.

Il gioco è dei bambini e devono festeggiare se dovesse succedere…”.

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E poi racconteremo questa storia ai nostri nipoti…”C’era una volta una squadra e un allenatore che, con una gran voglia di vincere, si misero a giocare il più bel calcio del mondo e, in un pomeriggio di fine aprile, riuscirono a far innamorare un popolo intero e a farlo impazzire di gioia”.