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La domenica sera del Napoli: tra il “derby” con la Juve e la “laurea” di Calzona

De Laurentiis e Gattuso

Napoli. Non è facile essere l’allenatore del Napoli. O, almeno, non nell’Annus Horribilis 2024. Poco ma sicuro. Pareggi col Cagliari e sei l’”ex vice di Spalletti”. Vinci – bene – in quel di Sassuolo e sei il nuovo Jürgen Klopp. Certo, i sei palloni rifilati ai neroverdi dell’”asino in mezzo ai suoni” Bigica, hanno un po’ rinvigorito un ambiente che dopo il goal di Luvumbo al ‘96 era sprofondato (al solito) nella depressione più totale.

Del resto, si sa, l’equilibrio a Napoli è un sentimento (quasi mistico) che dura pochissimi secondi. Si tratta, infatti, di quegli attimi (fugaci) che intercorrono da quando la sfera supera la linea di porta avversaria al momento in cui viene rimessa al centro del cerchio di centrocampo. Sad but true, direbbero gli anglofoni. Epperò, non si vive di sole impennate. Né di crepuscolari discese. Probabilmente è proprio questo il limite atavico di una città che nemmeno dopo aver conquistato un campionato come quello dello scorso anno è riuscita ad imparare la lezione.

Ed allora, all’ombra del Vesuvio, ogni giudizio si trasforma in una sorta di eterna condanna; ogni opinione in un’incontrovertibile sentenza (in realtà volevo accennare a quel detto popolare un po’ colorito, nonché abusatissimo, relativo ai marinai ed al mare calmo, ma per ovvi motivi di bon ton ho preferito desistere). Ne sa qualcosa – purtroppo – il buon vecchio Juan Jesus, che non sarà un fulmine di guerra (chi lo è stato quest’anno?), ma che di certo non meritava le vergognose oscenità (Social) piovutegli addosso subito dopo l’erroraccio commesso al “Sant’Elia”.

Domenica, intanto, al “Maradona” arriva la Juve di Allegri. Una compagine, quella bianconera, che ai napoletani sta simpatica come Shredder alle Tartarughe Ninja. Forse anche di più. Il (neanche tanto) velatamente sopraccitato, Ciccio Calzona, sarà chiamato alla prova del nove. Sì. Perché presentare in campo con i bianconeri lo stesso baldanzoso Napoli visto all’opera durante la gara infrasettimanale del “Mapei Stadium”, per il tecnico calabrese equivarrebbe ad una specie di laurea honoris causa conseguita all’interno dell’ateneo calcistico di Fuorigrotta. Mica una roba da ridere.

Se gli azzurri dovessero approcciare al match contro Gatti e compagni con lo stesso (cazzimmoso) atteggiamento adottato a Sassuolo, ne vedremmo sicuramente delle belle. Altroché. Kvara, per esempio, in Emilia-Romagna è sembrato il marziano della scorsa stagione. Un supereroe silenzioso e risoluto, più vicino all’Eleven di Stanger Things che ad “Howard il papero” (a proposito, ve lo ricordate?). E lo stesso discorso, volendo, lo si potrebbe estendere pure a Victor Osimhen e Zambo Anguissa.

Provando a tirare un po’ le somme, dunque, probabilmente l’impegno con la Juve arriva quasi al momento giusto. Va da sè, naturalmente, che la gara con i bianconeri, a queste latitudini, viene vissuta quasi come se fosse un derby. Non solo. Battere gli uomini di Allegri, significherebbe ripiombare nuovamente nei quartieri alti della classifica. A ‘sto giro, non una cosa da poco. Per la serie, non tutti i mali vengono per nuocere.