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Mutti: Kvaratskhelia, con il suo entusiasmo, è una pedina molto importante

A “1 Football Club”, programma radiofonico  in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Bortolo Mutti, ex allenatore, tra le altre, di Napoli e Atalanta. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Come fa un allenatore a preparare una gara, nel caso specifico l’Atalanta, essendo stato fino a ieri sera con la nazionale?
“Beh, è un po’ una novità, diciamo. Effettivamente, mi trovo a valutare una situazione che nel nostro calcio è davvero rara. Problemi non dovrebbero essercene se i collaboratori hanno condiviso un certo tipo di percorso.
È chiaro che serva una professionalità che va oltre le qualità del mister. La sua presenza è importante, soprattutto in certi momenti, ma la situazione che si è creata a Napoli ha fatto sì che ci fosse questo ostacolo della pausa nazionali alla vigilia di una sfida delicata.

Per Napoli e Atalanta è un passaggio molto importante. Per i bergamaschi per rimanere attaccati a Roma e Bologna, per gli azzurri per riagganciare il treno per la Champions”

Quanto può influire la possibilità che Kvarastkhelia non scenda in campo dal primo minuto?
“Sarebbe un’assenza pesante. Kvaratskhelia, con il suo entusiasmo, è una pedina molto importante negli equilibri del Napoli. In questi momenti devi capire chi può essere il sostituto ideale. È il momento, per i calciatori chiamati in causa, di dare il meglio di sé. In organico ci sono giocatori molto importanti.
Vedo un Napoli, a livello offensivo, che può contare su soluzioni valide, ragazzi che possono mettere in difficoltà una difesa solida e fisica come quella bergamasca. Le condizioni per poter far bene ci sono”
Che fine ha fatto Lindstrom?
“È strano vedere un giocatore così valido sempre emarginato dagli allenatori, così come in nazionale. È importante garantirgli fiducia. È difficile dare una spiegazione, le aspettative erano molto diverse. È un calciatore di valore e metterlo da parte mi è sembrata una cosa strana. Il contesto non ha facilitato il suo ambientamento”
E più un miracolo il Bologna al quarto posto o il suo Messina che arriva a qualificarsi per la Uefa?
“Per noi è stato un miracolo. Quando sono arrivato a Messina, nel 2003, nessuno pensava di andare in Serie A. Poi, tutto si è trasformato e, pian pianino, abbiamo fatto una scalata che è rimasta nel cuore di tutti. Bologna è un progetto diverso. Non è un miracolo.

Alle spalle di questi Bologna c’è un direttore sportivo che apprezzo molto, ovvero Sartori.

A Bergamo ha sempre svolto un lavoro di pianificazione, scovando talenti da valorizzare. Aveva una conoscenza notevole di calciatori argentini, sudamericani.
È importante il lavoro di gruppo con i propri collaboratori, la giusta alchimia. I calciatori vanno seguiti da vicino, anche guardando le metodologie di lavoro. Il Bologna, pertanto, è un po’ l’Atalanta di qualche anno fa, potendo contare anche sulle capacità di un allenatore come Thiago Motta. È un bel Bologna che può giocarsi la Champions”