fbpx

Il venerdì del Napoli – Lacazette infrange i flebili sogni azzurri in un San Paolo croce e delizia: ora c’è da voltare pagina ed iniziare a ricostruire

Il venerdì del Napoli ha l’acre sapore del rammarico di ciò che poteva essere, della delusione delle numerose aspettative disattese e della consapevolezza che c’è tanto da rifondare e ricostruire. La sconfitta contro l’Arsenal e l’eliminazione dall’Europa League lascia uno strascico molto più pesante di ciò che potrebbe sembrare, non solo per il doppio risultato negativo sia all’Emirates che al San Paolo ma per un approccio che non è piaciuto ai tifosi insieme a numerose lacune tecniche, tattiche e psicologiche che la sfida blasonata ha sottolineato senza appello. Una gara che avrebbe fatto capire dove questo Napoli potesse arrivare: non lontanissimo ma forse era cosa già risaputa. Infondo, questo doveva solo essere un buon anno di transizione, con l’appello definitivo che giungerà nella prossima stagione, per confermare se si vuole davvero essere competitivi su tutti i fronti o ci si limita ancora e soltanto a ben figurare.

S come San Paolo

Doveva fare la differenza nella notte d’Europa e l’ha fatta. Nel bene e nel male. C’era grandissima attesa già all’esterno nelle ore antecedenti il big match: una città intera si è mobilitata per sostenere gli azzurri, tra sogni, speranze, aspettative ma anche la lucida realtà di sapere che, per passare il turno, ci sarebbe voluto un mezzo miracolo. Ancor di più della partita perfetta, insomma. Il bunker di Fuorigrotta non era gremito in ogni ordine di posto eppure di sostegno ce n’era davvero tanto. Meglio pochi ma buoni, che poi proprio pochi non erano. Entrano le squadre in campo e due coreografie da brivido troneggiano dalle curve: Lotta e Vinci dalla Curva A ed un’invocazione a battagliare per le proprie radici invece dalla Curva B. Poi cori, applausi, un unico amalgama…fino al 36′ quando Lacazzette ha spento, definitivamente, i sogni azzurri. Tutto ciò che è avvenuto dopo sugli spalti è in parte una pagina di tifo non piacevole. Ma questa è un’altra storia, che racconteremo successivamente nella nostra analisi del venerdì del Napoli.

L come Lacazette

Per passare il turno il Napoli era costretto a vincere almeno 3-0, per andare ai supplementari “anche solo” 2-0. Insomma, era fondamentale non subire gol e cercare di sbloccare subito il risultato. Numerosi ragionamenti, grandissima attenzione in difesa con Koulibaly che nei momenti di vera difficoltà ha fatto la differenza in particolar modo in termini di temperamento ed un unico immenso ostacolo: il gol di Lacazette. Il forcing azzurro non ha dato i frutti sperati nonostante abbia costruito: fendenti imprecisi dalla distanza, un Cech costantemente attento ed il pressing asfissiante dei Gunners non ha permesso agli azzurri di violare la rete inglese. Al 36′ avviene persino l’imponderabile: un evitabile calcio di punizione regalato e Lacazette che pennella la traiettoria, facendo accadere l’unica cosa che proprio non doveva, subire rete senza siglarne alcuna. Da lì, proprio da lì forse, già non c’è stata più partita. Altro che mezzacazette, il venerdì del Napoli è bello che rovinato.

P come Pressing

“Io non ci posso pensare, perdere contro questa squadra scarsiiiisssima!” Giuro che l’ho sentita e più di una volta, non solo al San Paolo ma in giro per Napoli e dintorni. E vi assicuro che non fosse riferito all’Empoli bensì all’Arsenal. Capisco l’essere arrabbiati, poco obiettivi, troppo tifosi ma la verità resta insindacabilmente un’altra: i Gunners sono molto più forti del Napoli e restano la candidata principe a vincere questa Europa League. Principi tattici importanti, fluidità nel gioco, grande tecnica, visione corale e grandi individualità i punti di forza degli inglesi, che hanno intimorito il Napoli al San Paolo bloccando le fonti di gioco con un pressing altissimo ed asfissiante ed una marcatura a uomo con raddoppio sul portatore di palla. Non sarà stato stilisticamente bello da vedere, ma sicuramente efficace. Una volta in vantaggio invece, pressing a chiudere tutti i varchi ma meno asfissiante sul portatore di palla, ampliandolo a zona. Spesso è necessario anche questo per portare a casa un risultato importante contro una squadra ostica e ben attrezzata come il Napoli. Chapeau, Emery. Nota a margine: di cose strane ne ho sentite anche altre ma ve le risparmio, già è un venerdì del Napoli alquanto complesso da sostenere.

C come Cuore

Il Napoli non ha disputato la sua miglior partita, inutile girarci intorno. Ci si aspettava sicuramente di più da tanti giocatori che soprattutto in fase realizzativa e di costruzione non hanno dato il massimo risultando spesso imprecisi, con grande merito però anche degli avversari che hanno costretto gli azzurri a quel tipo di soluzioni. Nonostante ciò, qualcosa di importante è giusto sottolinearlo: la carica di Meret anche dopo l’errore ed il gol subìto, proprio lui che ha salvato il Napoli da un passivo molto più ricco all’Emirates; la corsa infinita di Callejon prima a centrocampo, poi in attacco e nella ripresa al servizio di Ancelotti anche in difesa, con un dai e vai senza sosta a conferma dei suoi 2000 polmoni di acciaio; il giro di campo degli azzurri a fine partita con gli applausi per il pubblico che ha sempre creduto nell’impresa; Allan, che nel finale di match quasi si avvilisce per gli errori personali e corali e più volte si copre il volto con la maglia azzurra accigliandosi, dispiaciuto per l’ennesimo sogno infranto; Koulibaly che in campo e fuori ci mette sempre la faccia, il piede, la grinta e la discesa offensiva, scusandosi con i tifosi al termine dei 90 minuti; Mertens che subentrato ha cercato come possibile di smuovere delle acque fin troppo stantie. Cuore, tanto cuore c’è stato e tanto ancora ce ne sarà ed è giusto saper guardare in questo venerdì del Napoli anche la prospettiva del bicchiere mezzo pieno.

F come Fischi

Arriviamo alle dolenti note, anzi, ai dolenti fischi. Proprio quelli del San Paolo, proprio quelli che mai si vorrebbero udire, ancor di meno ad un figlio di Napoli, al suo capitano. E’ stata una brutta scena: perchè è ingiusto cercare e trovare un capro espiatorio in una gara che fino a quel momento ed anche oltre non aveva assolutamente visto la squadra di Ancelotti brillare, perchè l’eliminazione è stata giusta per valori espressi in campo, perchè in pochi, ieri, meritavano la sufficienza in pagella. E’ stato brutto, nonostante si possa godere di più o meno empatia e simpatia per Lorenzo. E’ stato brutto perchè le contestazioni del pubblico è giusto che ci siano ma alla fine, non che rubino spazio al sostegno. E’ stato brutto perchè hanno costretto un’altra parte di tifo ad applaudire ancor più forte per coprirli quei fischi ed in parte ci sono riusciti. Ma sono stati ugualmente crudi, nudi, assordanti, soprattutto per il capitano. E’ stato brutto perchè minano sicurezze, sorrisi ed un rapporto che potrebbe essere ancora una volta compromesso. Fischi di delusione, amarezza ma anche di amore. Ne siamo certi.

A come Ambizione

Quando falliscono tutti gli obiettivi stagionali ad una mese dal termine del campionato, non resta che fare un’unica cosa fondamentale: iniziare a programmare il futuro. Non che sia proprio semplice e scontato ma forse era proprio questa la priorità di un Napoli ahimè da rifondare per tanti motivi. In primis poichè con l’avvento di un nuovo importante allenatore di caratura internazionale è scontato dar vita ad un nuovo progetto tecnico tattico, dandogli modo di conoscere la rosa a disposizione ed integrarla al meglio in sede di mercato estivo. In seguito, fortemente collegato al primo punto, perchè il ciclo al top di molti calciatori è finito e per aumentare la qualità è necessario guardare oltre, anche con qualche sacrificio, come è avvenuto solo qualche mese fa. In terzo luogo, dulcis in fundo, è necessario capire l’ambizione di questo club: proseguire a partecipare e ben figurare nelle competizioni nelle quali chiamato in causa (perchè l’ennesimo piazzamento Champions ed il secondo posto non sono proprio fuffa ndr) oppure darsi uno slancio e provare a vincere. Ma davvero ed in toto: con un serio e rapido restyling del San Paolo, migliorando strutture e settore giovanile, ampliando l’assetto societario e con un mercato competitivo. Uè, competitivo non vuol dire comprare Messi per la sfida alla Juve di Ronaldo, sia ben chiaro. Ai posteri come sempre l’ardua sentenza: nel frattempo ci crogioliamo con un venerdì del Napoli davvero da dimenticare. Per fortuna che domenica è Pasqua e tra uova di cioccolata, tortano e casatiello ci sarà modo per distrarsi. Auguri!

RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 

 

Casanapoli è un contenitore di notizie online sulla squadra del Napoli e il mondo che le ruota ogni giorno intorno. Non solo calcio per casanapoli.net da quando è online anche la sezione cronaca. I nostri redattori riportano e commentano quanto accade a tutti i protagonisti e non solo. Una giovane redazione sempre pronta a seguire, riportare e commentare il percorso della nostra amata squadra. Online sul giornale, in televisione, sul web ed in radio. Seguiteci anche sui social: Twitter, Facebook e Instagram. Seguiteci per tutti gli aggiornamenti su Casanapoli.net.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *