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Trentalange nuovo presidente AIA. Prende il posto di Nicchi, in sella per tre anni consecutivi

Trentalange presidente AIA

Aia, Alfredo Trentalange è il nuovo presidente: battuto Nicchi

Nicchi non ce l’ha fatta per la presidenza dell’Associazione Italiana Arbitri. Il suo ex collega Trentalange, della sezione di Torino, lo ha battuto con 193 voti a favore contro i 125 ottenuti.

Alfredo Trentalange nuovo presidente AIA

Alfredo Trentalange è, quindi, il nuovo presidente dell’AIA fino al 2024.

Nicchi era in sella all’associazione da tre anni e soltanto l’ex fischietto internazionale ed ex capo del settore tecnico degli arbitri, Trentalange, lo ha battuto.

Alla conta sono risultate soltanto 2 le schede bianche.

Le prime parole di Trentalange sono state per ringraziare Marcello Nicchi per il lavoro svolto in questi tre anni e, successivamente, per lanciare un monito.

“Proviamo a fare squadra”

Ecco le parole di Alfredo Trentalange, appena eletto presidente dell’AIA:

“Un grandissimo grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la mia elezione, e un grazie speciale a Marcello Nicchi. Mi ha insegnato molte più cose di quelle che ci siamo detti. Glielo devo, perché il percorso che ha fatto è stato pieno di valori, di impegno, e quello che lui ha dato a questa associazione resterà per sempre nel mio cuore” ha detto Trentalange dopo l’elezione.

“Oggi proviamo a fare squadra – ha aggiunto l’ex fischietto torinese – Voi siete l’Aia, vi prego di chiamarmi presidente solo se ci saranno dei problemi, altrimenti chiamatemi Alfredo. Qui possiamo condividere come una squadra, e confrontarci. Fuori siamo dei modelli per i più giovani, credo dobbiamo restituire ai giovani quello che gli altri ci hanno dato. Non è difficile, ce la possiamo fare. Siamo come alberi, possiamo perdere le foglie ma mantenere le radici. Possiamo cambiare le idee pur mantenendo intatti i principi”.

Chi scrive, augura ad Alfredo Trentalange di poter lavorare in serenità, nella speranza che la categoria arbitrale migliori sempre più la propria professionalità, soprattutto nel rispetto delle regole che il gioco del calcio impone a professionisti seri e, perchè no, a gentiluomini.

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