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Nessun ciclo vincente, il Napoli è finito in un video di Caccamo

Napoli. Diciamolo subito, quella disputata contro la compagine giallorossa è stata una delle migliori gare del Napoli in questa (maledetta) stagione. Quando gli azzurri – a sprazzi – ricordano di aver stracciato il campionato 2022-23, non c’è avversario ostico che tenga. Fatta questa doverosa, doverosissima premessa, vanno anche sottolineati tutti quegli errori che hanno trascinato l’ambiente azzurro in una delle annate più disastrose della gestione De Laurentiis. Va da sé, naturalmente, che nell’anno post-tricolore, non era certo obbligatorio ripetersi. Ci mancherebbe. Ma da qui a gettare al vento quanto di buono seminato in anni ed anni di oculato e fruttuoso lavoro, ci passa un treno grande quanto la discografia di Pino Daniele.

Epperò, non è ancora il momento opportuno per impelagarsi in processi sommari e poco costruttivi. Sarebbe cosa buona e giusta, invece, provare a gettare le basi per il futuro che verrà. Da Conte a Gasperini, passando per Pioli ed Italiano, sono tanti (forse troppi) i nomi accostati alla panchina dei partenopei nel corso delle ultime settimane. Programmare per tempo, significa pure avere le idee chiare, o quantomeno lucide, circa la strada da imboccare per non rischiare di incappare nuovamente in una stagione mediocre e scevra da soddisfazioni di sorta. Non sarà facile.

L’impressione è che il Napoli stia cercando di navigare a vista, provando a capire quale strategia adottare per presentarsi con maggiore fiducia ai nastri di partenza del prossimo campionato. Non solo. All’ombra del Vesuvio, infatti, ci si ritrova in una situazione molto simile a quella che portò all’arrivo di Spalletti sulla panchina azzurra. All’epoca – tre anni or sono, anche se sembra il Paleolitico – fu determinante lo spirito di coesione portato in dote dal tecnico di Certaldo, che riuscì a ricomporre i cocci di un ambiente orfano di Mertens (tra gli altri) ed ancora in preda a quella sorta di lutto insuperabile che aveva rappresentato l’addio di Sarri (con tanto di fallimento o presunto tale, di “un certo” Carlo Ancelotti).

Insomma, comunque la si analizzi, il Napoli è riuscito nella triste impresa di cancellare – in neanche dodici mesi – il sogno scudetto. A questo punto, per uscire dall’incubo in cui sono piombati Politano e compagni, nonché la sempre presente tifoseria azzurra, occorrerà qualche colpo di scena spiazzante. E no, non ci riferiamo al film-documentario sulla cavalcata trionfale della scorsa stagione, ma ad un mercato come Dio comanda ed a quella geniale lungimiranza (del patron azzurro) che quest’anno ha alquanto vacillato. Si poteva sognare in grande con l’apertura di un nuovo ciclo (vincente) che eguagliasse un po’ l’epopea Maradoniana degli anni Ottanta e invece si è finiti come nei tragicomici video di Caccamo (e della Gialappa’s).