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Natan, la Sciarelli ed i mercoledì sera dei napoletani…

Verso Inter-Napoli con sarcasmo ed un dubbio amletico

Napoli. Non ce ne voglia quel geniaccio di Paolo Sorrentino (gran tifoso del Napoli, fra l’altro) se utilizziamo il “non ti disunire” del suo filmone-capolavoro, “E’ Stata La Mano Di Dio”, per pure quisquilie calcistiche. E no, questa volta non c’entrano nulla Fabietto Schisa ed il buon Capuano (non Eziolino, ma l’altrettanto geniale regista napoletano, ovviamente). La situazione attuale in cui versa il club azzurro (e la sua presidenza), infatti, è una delle più complicate mai vissute all’ombra del Vesuvio. O, almeno, negli ultimi vent’anni.

Sgomberiamo subito il campo dalle facili e oltremodo tediose elucubrazioni: per chi scrive, l’avvento di Aurelio De Laurentiis alla guida della società partenopea, è stata una delle cose migliori che potessero capitare alla città di Napoli dal dopo Masaniello in poi. Poco ma sicuro. Fatta questa piccola ma doverosa premessa, va anche sottolineato – per amor di verità – che in questa stagione così deprimente e alquanto disgraziata, a Castel Volturno e dintorni si è sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare. Dalla scelta “esotica” di affidare la panchina a Monsieur Rudi Garcia a quella “nostalgica” di sostituirlo con la “minestra riscaldata” Walterone Mazzarri, passando per le scenate isteriche (eufemismo) contro alcuni notissimi network televisivi. In pratica il Napoli si è quasi giocato tutta la credibilità accumulata da due decenni a questa parte.

Del resto, l’espressione attonita e disorientata assunta da Politano durante la brusca interruzione dell’intervista-non intervista rilasciata ai colleghi di Sky, assomigliava un po’ a quelle del sottoscritto quando da ragazzino mi mettevo a guardare le scenette tragicomiche del buon vecchio Mister Bean. Avrei voluto riderne, ma dovevo riuscire a capire prima “il tutto”. Ed allora, ritornando alla mera (ed amara) realtà, non penserete mica che le colpe della dipartita di Lobotka e compagni dalla Champions siano veramente attribuibili al signor Danny Makkelie? Certo, la conduzione di gara dell’arbitro olandese in quel di Barcellona è stata piuttosto scialba, scadente, pessima; ma da qui a farne l’unico capro espiatorio, ce ne passa. Eccome se ce ne passa. Basti pensare che nella scorsa stagione uno manco se lo ricordava il nome del fischietto di turno. Ecco.

Ciò detto, domenica si va a “San Siro” al cospetto della fortissima Inter di Simone Inzaghi. Schiacciasassi in Italia ed eliminata dall’Europa che conta come una Real Sociedad qualunque. Calci di rigore o meno. E qui andrebbe fatta una riflessione sulla competitività della massima Serie in generale, ma è meglio preoccuparci delle cose di casa nostra. La Sciarelli, per esempio, vorrebbe imbastire una delle prossime puntate di “Chi L’Ha Visto” – adesso i mercoledì sera dei napoletani saranno drammaticamente liberi – su Natan Bernardo de Souza. Che ne è stato del brasiliano che avrebbe dovuto sostituire Kim? E di Mazzocchi? Misteri della fede.

Va da sé, naturalmente, che a Milano il Napoli si giochi le ultime cartucce utilI per provare a riagganciarsi alle zone alte della classifica. E chissà che domenica sera, Calzona, guardando negli occhi i propri ragazzi, non si travesta dal sopraccitato Capuano e chieda a Di Lorenzo e gli altri se abbiano una storia da raccontare. Quel che è certo, però, è che ancora presto per disunirsi.