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Napoli-Atalanta: l’ennesimo disastro annunciato di una “stagione no”

Napoli. Non è mica facile vincere gli Scudetti da queste parti. Lo avrà capito bene il presidente Aurelio De Laurentiis e lo avranno capito ancor di più i calciatori azzurri dopo la (giusta e meritata) contestazioncina di ieri. Del resto, i tifosi partenopei, al termine dell’ennesima figuraccia rimediata con l’Atalanta, sono stati chiari, chiarissimi: all’ombra del Vesuvio non si vive di trofei (come potrebbe essere altrimenti?), ma di dignità e attaccamento alla maglia. Poco da dire.

Ciò detto, contro i ragazzi terribili di Gasperini (antipatico quanto volete, ma pur sempre un allenatore vero), abbiamo assistito all’ennesima “Caporetto” di una stagione buttata via ancor prima di cominciare. E non solo per il mancato rinnovo di Lucianone Spalletti o per la cessione di Kim. A questo punto, tra l’altro, viene quasi da chiedersi se il buon Rudi Garcia non avesse già capito tutto fin dal giorno della sua presentazione in quel di Capodimonte e che le sue dichiarazioni un po’ piccate sul recente passato del club partenopeo, non fossero altro che una scelta strategica per cercare di non restare inghiottito (come poi è accaduto, peraltro) dai meandri impervi di un gruppo meno “maturo” di quel che si pensava.

Ed allora la Santa Pasqua dei tifosi azzurri si è trasformata in una sorta di casatiello avvelenato piuttosto difficile da mandar giù. Non solo Garcia, dunque. Non solo Mazzarri, non solamente De Laurentiis, Meluso e Calzona. Le colpe di un’annata più storta della Torre di Pisa, infatti, sono da attribuire anche e soprattutto ad un gruppo di calciatori che non ha saputo catalizzare nella maniera giusta tutto l’entusiasmo accumulato durante la marcia trionfale del tricolore.

La rincorsa verso la zona Champions è ufficialmente finita. E con essa tutto quel campionario di alibi che hanno accompagnato Di Lorenzo e compagni fino alla partitaccia di ieri. È giunto il momento delle riflessioni e delle assunzioni di responsabilità. Perdere ci può stare, per carità. Così come l’incappare in una “stagione no”. Ma non calpestando l’orgoglio di un popolo attaccato alla propria squadra del cuore come Hendrix con la chitarra elettrica. Da adesso in poi, però, bisognerà pensare alla programmazione del prossimo campionato. Lo scudetto è stato un sogno onirico che va archiviato definitivamente. E per il Napoli, probabilmente, si tratta di una delle fasi più difficili della sua Storia recente. Altroché.