La FIGC scrive una lettera al Governo: “Il calcio necessita di forme di ristoro: molte società sono a rischio sopravvivenza”
La FIGC scrive una lettera al Governo: “Il calcio necessita di forme di ristoro: molte società sono a rischio sopravvivenza”
La FIGC scrive una lettera al Governo: “Il calcio necessita di forme di ristoro: molte società sono a rischio sopravvivenza”
La seconda ondata Covid e la conseguente, nuova emergenza, sta producendo danni incalcolabili all’economia mondiale. In Italia, dopo le proteste dei commercianti e dei lavoratori, anche il mondo del calcio si mobilita.
Secondo quanto riporta Sky Sport, la FIGC ha inoltrato una lettera al Governo, della quale si riporta un estratto:
“Il nostro sistema calcia ha improntato, e impronta da sempre, alla prioritaria salvaguardia della tutela della salute tutta l’attività posta in essere in questi difficilissimi mesi caratterizzati dalla emergenza epidemiologica da COVID-19.
Avvertiamo però l’esigenza di evidenziare alcune criticità.
Le società di calcio professionistiche rischiano un vero e proprio default finanziario.
Si pensi al solo danno rappresentato dai mancati ricavi relativi alla vendita dei biglietti, cd. ‘danno da botteghino’.
Dai dati ufficiali relativi al trimestre agosto-ottobre 2018 erano pari per la sola Serie A ad 84,4 milioni, e che si prevede in prospettiva stimato in 360 milioni e in circa 260 milioni da mancate partnership.
Un mondo, per altro, che al di là del non trascurabile valore sociale, contribuisce in maniera rilevante al sistema economico del paese.
Si pensi a tal proposito che, da dati ufficiale del Mef, la contribuzione IRPEF delle società sportive professionistiche nel 2018 è stata pari a 710,7 milioni di cui: 623,1 per la Serie A; 64,6 per la Serie B; 23 per la Serie C.
Sono queste le ragioni che ci costringono a chiedere di prevedere che nel provvedimento di legge urgente in via di predisposizione per il ristoro dei settori colpiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 ottobre 2020, vi siano adeguate forme di ristoro.
Almeno in termini di sospensione versamenti dovuti da qui al termine del periodo di emergenza.
Anche per le società di calcio professionistiche a serio rischio di sopravvivenza, e anche per il venir meno dei ‘ricavi da botteghino’, che restano ancora una volta interessate dalle limitazioni previste nel Decreto de quo”.