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Foschi: A Napoli ci sono tanti talenti, ma quello giovanile non è un settore a cui si presta molta attenzione

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Rino Foschi, ex presidente e direttore sportivo del Palermo
L’Inter a Istanbul non ha demeritato?
“I nerazzurri hanno fatto benissimo, una grande partita. Nell’aria c’era la sensazione della grande prestazione. Dopo un campionato non esaltante, fatto di alti e bassi, nell’ultimo mese Inzaghi aveva dato piena dimostrazione della capacità di preparare la gara secca. L’Inter è uscita a testa alta, che è la cosa più importante. Sono i vicecampioni, e tifosi e dirigenza non possono che esserne orgogliosi. Tanta roba…”
Giudizio sul percorso di Mourinho, sia tecnico che comunicativo?
“Mourinho è sempre stato così. Mou è diventato Mou perché è fatto in un certo modo. E’ criticabile, nel bene e nel male, ma è un tecnico che ha sempre vinto. Soprattutto perché ha saputo imporre delle scelte importanti alla società. Anche all’Inter seppe giovare di investimenti importanti. Sono le finanze ad aver fatto la differenza, spesso, nei successi dello Special One. Nella Roma ci sono stati alti e bassi, e nella capitale è diventato un Dio soprattutto in virtù del suo comportamento. In una città passionale come Roma Josè è l’allenatore ideale per comunicazione e condotta, anche se dal punto di vista tecnico mi sarei aspettato di più, specialmente nei risultati”
Cosa potrebbe dare Paulo Sousa al Napoli che sta per nascere?
“De Laurentiis, nel bene e nel male, è unico. In questo momento sta ottenendo dei risultati incredibili, tra mercato e successi di campo. In questi due anni il patron ha lavorato con uno dei migliori allenatori italiani, ottenendo risultati eccezionali anche attraverso la scoperta di talenti ai più sconosciuti. Purtroppo, il discorso tra Spalletti e De Laurentiis non si è rotto certo nelle ultime settimane. Una separazione che credo sia maturata nel tempo. Ad oggi si cercano profili importanti che debbano però confermarsi. L’esempio di Ancelotti dimostra la necessità di confermarsi, a prescindere dal blasone. Mi auguro che a Napoli possa arrivare un tecnico simile al Luciano del primo tempo, capace nella comunicazione e nella gestione. Un coach che possa superare lo scoglio di un presidente particolare, soprattutto”
Ilo settore giovanile un neo della gestione De Laurentiis?
“A Napoli ci sono tanti talenti, ma quello giovanile non è un settore a cui si presta molta attenzione. È importante, invece, crederci. Bisogna vedere fino a che punto, però, la società ci crede e sia disposta ad andare fino in fondo. È un obiettivo fondamentale per il nostro calcio, che non può permettersi esborsi eccessivi per l’acquisto di calciatori, o l’impiego esclusivamente di stranieri”
Talento che più di tutti l’ha stregata tra i giovani dell’U20?
“Sicuramente Casadei è stato tra i migliori, ma non voglio concentrarmi sul singolo. L’obiettivo raggiunto dalla Nazionale dimostra quanto sia importante, per il nostro movimento, garantire fiducia ai nostri giovani. Inserire i nostri talenti in un contesto di continuità sarebbe fondamentale. In Italia, d’altronde, ci sono gruppi di lavoro straordinari. Quel che manca è il coraggio di affidarsi ai nostri giovani”